Ciao ragazzi!

Il DM ha scritto:“Partimmo da Raybestos in sei. Ora sono rimasto solo io, Sagìm. Ho perso i miei compagni molto tempo fa, a quanto mi è stato riferito. E’ passato parecchio tempo, non so dire quanto. Ricordo come se fosse ieri quando abbiamo trovato la mappa che indicava il luogo in cui era sepolto il tesoro “Gli Occhi Veggenti” della Medusa Sithen, sepolta tra gli antichi scritti del Lich Saylak. Sithen accumulò tanto potere e ricchezze che i suo seguaci si organizzarono in un culto dalle pratiche macabre e masochistiche dopo la sua morte. Erano soliti a cavarsi gli occhi per darli in sacrificio alla “dea” e poi a ricucirsi le orbite. Quando scoprimmo che il suo complesso funerario era sepolto nelle regioni desertiche, al di fuori dei confini del regno di Raybestos, ci organizzammo in fretta e partimmo per cercare l’antico tesoro perduto degl’Occhi Veggenti.
Quella regione era nota per la sua inospitalità, chiamata anche Zona Morta dai viaggiatori. Una distesa di sassi, pietre, sabbia e rovi appuntiti a perdita d’occhio si frapponeva tra noi e la nostra destinazione. Ma non era l’arsura e il terreno inospitale a preoccuparci, ma la sua fauna. Quel territorio era infestato da grosse creature serpentine che scavavano nel terreno cunicoli lunghi chilometri e chilometri e tutti quelli che si erano avventurati prima di noi, non fecero mai ritorno.
Non curanti del pericolo e poco cauti fummo vittima di un’imboscata da parte di queste orride creature serpentine. Ci attaccarono dal terreno, sbucando da ogni anfratto. Alcuni erano della grandezza di un uomo, ma altri erano alti erano immensi ed estremamente forti e resistenti. Uno di noi fu inghiottito da uno dei più grossi. Cercammo di salvarlo, ma non ci fu niente da fare.
Dopo la prima morte, anche se scoraggiati e abbastanza impauriti, trovammo un’entrata per i tunnel scavati dalle creature e ci avventurammo verso la direzione indicata dalla mappa. I vermi erano ovunque e scoprimmo presto che il complesso funerario di Sithen era proprio al centro del sistema di tunnel scavato da quegli orridi mostri serpentini. Ne abbattemmo a decine, facendoci strada tra i cunicoli e le tane. Era come se fossero attratti dall’arcano e mistico potere di quel luogo maledetto.
Alla fine trovammo la cripta, ma era in rovina e con nostro sconforto scoprimmo che la tomba era già stata depredata. Completamente spoglia da ogni ricchezza, esplorammo meticolosamente l’intero tumulo dalla spropositata estensione. Ogni camera funeraria era stata affrescata e adornata, ma le ricchezze decantate dalla famosa leggenda erano già state interamente portate via dei razziatori. Mentre setacciavamo la zona più profonda però una lieve luce di speranza illuminò la riuscita della nostra spedizione: un passaggio celato!
Eravamo euforici. Dopo tanta fatica, combattimenti e stenti, allo stremo delle forze, la nostra tenacia era stata premiata. Ci inoltrammo ancora di più tra le pietre della tomba, trovando la stanza principale del culto alla fine di un lungo corridoio protetto da un sistema di trappole insidioso. Incauti del pericolo aprimmo le porte della sala principale. L’ultima cosa che ricordo è stata quando la luce della torcia colpì la statua al centro della stanza. Vidi un riflesso strano, come quello di milioni di specchi che riflettevano il bagliore della fiamma e poi il suo volto, tanto bello quanto terrificante. Il suo potere esplose dentro me e dalle radici del mio essere sentii una sensazione di morte e di gelo strisciare lungo la mia schiena. Cercai di coprire la visione orrenda, portando le mani agl’occhi, ma ormai quel perverso potere aveva già vinto…”